Gola Hundun

Gorgo Magazine

Gola Hundun

Continuiamo a seguire con piacere gli sviluppi del Viavai Project, il progetto del basso Salentino ha infatti ospitato il grande Gola Hundun che ha da poco terminato di dipingere questo splendido e nuovo intervento caratteristico.
Viavai è un esperienza, l’abbiamo sempre ribadito, la kermesse mira ad un immersione forte e caratteristica all’interno dei luoghi di pittura, della gente del posto, respirando l’aria, le sensazioni e gli stimoli che solo un territorio come il Salento riesce ad offrire, il tutto concepito come un continuo flusso e ricambio di esperienze da parte di ogni singolo artista che ha messo piede in questi luoghi, un dare ed avere insomma.
Gola Hundun approfitta del grande spazio a disposizione per portare in dono un lavoro dalla fortissima caratterizzazione tematica e visiva e che come sempre ha come spinta propulsiva l’intenso rapporto tra l’artista e la natura in tutti i suoi aspetti portati avanti per mezzo di una riflessione forte e caratteristica.
Dal titolo “Direzione” l’opera ha in sé tutti gli elementi cardine delle produzioni dell’interprete e porta ancora una volta avanti una riflessione sulla coesistenza e sul cammino sostenibile per mezzo di un impianto visivo che trasuda simmetria e che richiama nel suo gusto visivo elementi religiosi e solenni investiti dalla consueta caratterizzazione onirica e mistica.

Al centro dell’intervento troviamo il dio cervo, si tratta di un simbolo, si dalle antiche culture del paleolitico, della rinascita della natura e del ciclo delle stagioni, qui viene realizzato unicamente attraverso elementi vegetali ed eretto a vero e proprio corpo centrale dell’opera. Si tratta di una visione che porta a compimento un verbo ed un specifica condotta indicando la via verso una direzione in cui gli esseri umani dovrebbero dare vita ad un futuro sostenibile, ad una coesistenza ed un rinnovato senso di pace tra gli stessi e le altre specie che popolano il pianeta, ed infine con il pianeta stesso. Gola Hundun veicola quindi attraverso questa specifica figura il fulcro stesso del proprio percorso produttivo, lo fa sviluppando la stessa in una posizione centrale ed al contempo offrendoci differenti chiavi di lettura legate ai tre livelli che compongono la grande forma.
Il livello inferiore va a rappresentare una deserto roccioso, in questo caso si tratta di una allegoria sul futuro che spetta al pianeta qualora l’ uomo proseguisse con la sua politica di sfruttamento a senso unico delle risorse. Passando al livello superiore, che nasce dallo stesso cervo, qui troviamo una rappresentazione del sentiero di comunione con la natura e con la terra, l’idea della condivisione e del dare e ricevere. In particolare l’artista va a raffigurare una sorta di cammino in ascesa letteralmente guidato da una luce viola, che va a simboleggiare la meditazione e la spiritualità, e che porta l’uomo in direzione di una nuova concezione del pianeta, in un rinnovato sentimento di equilibrio tra lo stesso e ciò che lo circonda esattamente come accadeva nell’antiche società tribali.

Analizzando nei dettagli il lavoro emergono infine una serie di accorgimenti che aumentano ulteriormente la profondità dell’opera, nella piramide che indica la via ritroviamo infatti una serie di figure geometriche che vanno a rappresentare edifici completamente ricoperti di fogliame e verde, in una proposta che accoglie quindi un armonia tra il cemento dell’uomo ed il verde della natura. A stupire indubbiamente è l’installazione di 2 nidi a trinchetto per volatili posti sulle corna del volto del cervo dipinto e che va in questo caso a dimostrare che “il nostro fare può e deve essere al sevizio anche degli altri esseri che popolano il pianeta i quali hanno un ruolo fondamentale nell’equilibrio del pianeta stesso e di riflesso anche sulla società umana, imparare a riconoscere i meriti ed il valore di ogni specie.”
Per darvi modo di cogliere appieno tutta la magia e la grande profondità che accompagna quest’ultima fatica dell’interprete ad accompagnare il nostro testo trovate una ricca serie di scatti con tutti i dettagli dell’opera, dateci un occhiata, siamo certi che non mancherete di apprezzare.

Thanks to The Festival for The Pics
Pics by Matteo Bandiello

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